24.04.2019 – Corriere della Sera

Apre il 25 aprile la seconda stagione del progetto lanciato dal critico d’arte Vittorio Sgarbi, in programma fino a gennaio nella cittadina del Viterbese

«Dialoghi a Sutri», le undici sfide Da Tiziano ai serpenti di Rousseau

Henri Rousseau, il Doganiere, «La charmeuse de serpents» (1907)

Tiziano con l’inaspettata modernità della sua Estasi di San Francesco. Scipione Pulzone con il rigore della sua. Immacolata affiancata dai santi Andrea, Chiara, Francesco e Caterina d’Alessandria. Henri Rousseau con la primitiva fantasia della sua Charmeuse de serpents. Antonio Ligabue con la violenta poesia dei suoi Dipinti. Fausto Pirandello con i suoi disarmanti Autoritratti.Ottone Rosai con i suoi devastanti Ritratti. Francis Bacon con la libertà dei suoi disegni e dei suoi pastelli (che per Gino de Dominicis proprio a Rosai avrebbero guardato). Renato Guttuso con l’energia popolare dei suoi dipinti dalla collezione Lino Mezzacane. Ernesto Lamagna con le forme tormentate dei sui Angeli. Luca Crocicchi con il virtuosismo dei suoi paesaggi a Sutri. Carlos Solito con i ritratti fotografici di A chent’annos, album di centenari sorpresi davanti a una chiesa, su una spiaggia, sotto un portico, davanti a un ulivo.

 

Emmanuele F. M. Emanuele, presidente della Fondazione Terzo Pilastro- Internazionale
Emmanuele F. M. Emanuele, presidente della Fondazione Terzo Pilastro- Internazionale

La nuova stagione delle mostre a Sutri (Viterbo) ha ancora il gusto della sfida, quella lanciata dal sindaco Vittorio Sgarbi con il progetto dei Dialoghi a Sutri (che si apre ufficialmente il 25 aprile alle 18) che torna ancora a occupare con undici mostre monografiche (fino al 12 gennaio) le stanze di Palazzo Doebbing di Sutri. Dove già erano transitati gli 11 mila visitatori (in pochi mesi) della prima stagione, quella su Pellizza da Volpedo (che con il suo Idillio Verde ha ispirato la nascita del museo di Palazzo Doebbing), su Artemisia Gentileschi, su Wilhelm Von Gloeden.

Vittorio Sgarbi
Vittorio Sgarbi

«Siamo alla seconda fase» annuncia Sgarbi. Una seconda fase che coincide, tra l’altro, anche con una riorganizzazione degli spazi di Palazzo Doebbing, realizzata grazie al contributo di istituzioni pubbliche e private. Come la Fondazione Cultura e Arte, ente strumentale della Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale presieduta da Emmanuele Francesco Maria Emanuele, mecenate a cui già si deve la storica apertura del museo di Palazzo Doebbing a settembre scorso: «Con la diocesi è stata concordata una sezione stabile, che si configura come museo, con opere provenienti dall’Antiquarium del Comune e dalle chiese del territorio diocesano — spiega il sindaco —. Si chiamerà Museo di arte antica e di arte sacra e verrà ospitato nelle sale del piano nobile dedicate al vescovo Bernard Joseph Doebbing». Nel Museo troveranno collocazione, in particolare, i capolavori provenienti dagli edifici della Diocesi di Civita Castellana e i tesori dell’antica Sutri, a cominciare dall’Efebo.

Più che di semplici mostre Sgarbi ama però parlare di confronti tra artisti e visitatori(a cui è dedicato un fittissimo servizio di laboratori didattici e approfondimenti). «Undici mostre in contemporanea — tiene a sua volta a precisare Emanuele — che riescono a coniugare l’arte sacra con l’arte laica, i maestri della classicità con i moderni; un’offerta artistico-culturale che non teme confronti neppure con le grandi metropoli europee».

Dunque, una sequenza di confronti ricchi di sorprese. Come quello tra le due pale di Tiziano e Scipione Pulzone: una (il San Francesco di Tiziano) «così aperta e così libera», l’altra (quella di Pulzone) «purissimo e limpidissimo esempio di pittura della controriforma», accomunate «dall’obiettivo della persuasione mistica». O come quello tra il sogno dell’Incantatrice di serpenti di Rousseau il doganiere e gli incubi di Ligabue: sogni e incubi che «dimostrano come l’artista primitivo sia in grado di affermarsi a pieno titolo nell’arte contemporanea, come un visionario solitario, in una dimensione magica e onirica, talvolta ossessionata». O, ancora, come quello tra l’individualismo di Pirandello, Bacon e Rosai e l’impegno civile e di partecipazione di Guttuso.

Quello stesso Guttuso autore di uno Studio della Vucciria del 1974 (anche questo esposto a Sutri) che Lillo Di Mauro nel catalogo (Tecnostampa) che accompagna i nuovi Dialoghi individua «come un’opera capace di rappresentare la confusione di un mercato dove tutti gli elementi del linguaggio pittorico e scultoreo si compongono: ombre, luci, colori, espressioni, tratti accentuati e deformati che vogliono rappresentare l’uomo, la sua caducità, i suoi tormenti interiori». E che si ritrovano, tutte o quasi, negli undici artisti di Palazzo Doebbing.

Il progetto

Il progetto Dialoghi a Sutri, lanciato dal critico d’arte e sindaco della cittadina in provincia di Viterbo Vittorio Sgarbi, si apre il 25 aprile e prosegue fino al 12 gennaio 2020. In calendario una serie di 11 mostre ospitate nelle sale del Museo di Palazzo Doebbing, la cui apertura si deve a Emmanuele F. M. Emanuele, presidente della Fondazione Terzo Pilastro- Internazionale. Biglietti euro 8 (intero), euro 6 (ridotto), euro 2 (da 6 a 18 anni). Info e prenotazioni museopalazzodoebbing@gmail.com, museopalazzodoebbing.it

STEFANO BUCCI Corriere della Sera